Dopo anni di domande riferite sempre al software, noiosissime sequenze di “demo” interamente dedicate alla formattazione di abachi, messa in tavola di piante e sezioni…. finalmente il mercato ci permette di parlare di “processi”, ovvero ciò che veramente fa la differenza tra come si lavorava in passato e come invece è necessario lavorare per il presente ed il futuro.
Il software come è risaputo dalla letteratura ormai nota sul BIM è infatti soltanto una delle 3 componenti che permettono di trasformare un processo tradizionale in un processo BIM a tutti gli effetti; e tutto sommato acquistare ed imparare ad utilizzare decorosamente un paio di software è semplice.
Le componenti più difficili su cui agire sono invece “i processi” e “le persone”.
I processi sono legati al “modo” in cui facciamo le cose in azienda. Molte volte i processi non sono scritti, ma sono insiti nel DNA dell’ambiente lavorativo così profondamente che non ci si rende neppure conto di come vengono svolte le varie attività. La ripetitività e le abitudini consolidate fanno sì che le cose vadano avanti in modo abitudinario e dove apparentemente nessuno è in grado di descrivere i processi aziendali è paradossalmente proprio risultano profondamente radicati nelle abitudini quotidiane.
Tuttavia non voglio soffermarmi qui sui processi: voglio spendere qualche parola per parlare delle Persone, ovvero la risorsa più importante di tutte le aziende; perchè quando una azienda passa al BIM tutti sono coinvolti, nessuno escluso.
Il passaggio al BIM riguarderà infatti tutta la filiera, a partire dall’Ufficio Gare fino all’Ufficio Acquisti, stravolgerà la vita a tutti gli Impiegati, i Progettisti, gli Operatori di Cantiere, ma anche ai Subcontractor e ai Facility Manager; e se la decisione di diventare una azienda BIM deve essere una Business decision, una scelta Manageriale inevitabile, essa non potrà fare a meno del coinvolgimento e della motivazione di tutti.
Bene, voglio ora riflettere su un aspetto poco considerabile in una analisi scientifica del BIM: l’impatto sulla qualità della vita degli operatori.
Pensiamo a cosa vuol dire per un disegnatore o giovane laureato passare la giornata davanti ad un monitor e modificare disegni secondo le direttive; poi modificarli di nuovo.. e poi rifarlo…(credetemi..so esattamente cosa significa…sono stata disegnatore CAD per un po’…) cosa imparerà dagli anni trascorsi in quel ruolo? diventerà veloce, ma non imparerà niente, o almeno molto poco. Sarà presto demotivato insoddisfatto e, appena gliene capiterà occasione, se ne andrà.
Immaginate invece di assumere un neolaureato, metterlo in una squadra di operatori BIM e dargli in mano gli strumenti per progettare ottimizzando un’opera: modellazione concettuale, analisi prestazionali, gestione di un flusso dati tra le varie discipline…
Allo stesso modo pensiamo alla differenza che potrà costituire per un giovane operatore edile, che si inserisce in una in una realtà di cantiere dove fare e demolire sia all’ordine del giorno, dove impara a rimediare con la fantasia e l’approssimazione agli errori fatti in fase progettuale, ove necessariamente sarà portato a pensare che lo studio tecnico sia fatto di incompetenti, perchè neppure in grado di inviargli con certezza l’ultima versione della tavola aggiornata, rendendosi conto che sta contribuendo alla costruzione di un’opera con un sacco di magagne, da seppellire sotto le finiture nel più breve tempo possibile… Al contrario pensiamo a quella stessa persona inserita in un ambiente BIM dove le sia data la possibilità di dialogare con l’ufficio tecnico attreaverso un Ipad collegato ad un modello in cloud, costantemente aggiornato, dove gli errori possono essere prontamente risolti in modo collaborativo e dove i tracciamenti vengono eseguiti con un sistema robotico collegato al modello virtuale, dove può contribuire a realizzare un’opera qualitativamente superiore.
Bello vero? Tutto questo non è fantascienza: è già realtà.
Così come è realtà la recente richiesta crescente di personale che conosca il BIM e Revit, richieste che i miei colleghi ed io riceviamo con sempe maggiore frequenza e a cui non si riesce a dare seguito perchè la richiesta è di gran lunga superiore all’offerta.
Il BIM in azienda può essere l’occasione per far sì che le persone più visionarie, che hanno davvero voglia di mettersi in gioco per cambiare le cose abbiano finalmente una opportunità, l’occasione che aspettavano per sganciarsi da un meccanismo tutto italianno legato non allameritocrazia ma all’“anzianità” che le costringeva solo ad attendere che finalmente fosse il loro turno. I visionari soprattutto quella rara specie di visionari con alle spalle un po’ di esperienza, sono in questa fase una grande opportunità aziendale. Se volete innescare un processo BIM e se avete la fortuna di averne qualcuno in azienda, puntate su di loro.
Di recente mi sono imbattuta in una impresa di costruzioni medio piccola, il cui Socio Fondatore è una persona piuttosto matura, che ha dato praticamente carta bianca a un paio di giovani dell’Ufficio Tecnico, dando loro una libertà di azione insperata per i più in contesti analoghi perche ha visto in loro e nella loro insistenza sul BIM una risorsa da coltivare e a cui credere. In un’altra impresa di costruzioni, di dimensioni e possibilità di investimento molto più grandi, ho invece seguito le fasi iniziali di discussioni sulla futura implementazione del BIM dove, ancora una volta il più motivato era la persona più anziana e importante del gruppo, che per evitare la “contaminazione” col passato (parole del cliente) sta creando una start-up dentro l’azienda con nuovi posti di lavoro per giovani che avessero solo due requisiti: la voglia di fare e la conoscenza di Revit. L’obiettivo è quello di fare di questo nuovo nucleo di persone il punto iniziale per stravolgere l’azienda in un futuro molto prossimo.
Per concludere, il BIM, avrà a mio avviso un altro grande vantaggio che non deve essere sottovalutato: l’innalzamento della qualità e della soddisfazione professionale per tutti che, come ormai tutti sanno, genera un innalzamento del profitto per l’Azienda.