E’ stata esposta ad Autodesk Univerisity a Las Vegas lo scorso anno la “Hack Rod” di “Bandidobrothers”, definita la prima automobile progettata dall’intelligenza artificiale.
A suo tempo scattai qualche foto all’esemplare esposto presso l’Exhibition Center, senza prestare troppo interesse; solo recentemente un collega ne ha riparlato, sottolineando qualche dettaglio che ha risvegliato la mia curiosità spingendomi a cercare maggiori informazioni.
Oltre all’utilizzo di laser scanning, sono stati installati sul prototipo una serie di sensori che hanno permesso di raccogliere in cloud una gran quantità di dati relativi alle condizioni tensionali del telaio, in modo molto più efficace che con innumerevoli ore di guida. I dati sono stati processati con il Programma “Dreamcatcher” l’allora precursore di “Fractal” (Modellazione Generativa e Intelligenza Artificiale).
Per la gestione dei dati in cloud è stata utilizzata la piattaforma Forge, una nuova tecnologia Autodesk che permette di scomporre i singoli componenti di un sistema (edilizio, meccanico o di qualunque altro genere) per consegnarli all’utente come blocchi “cloud-based” per creare nuove soluzioni.
Un incredibile esempio, insomma, dell’unione delle più avanzate tecnologie.
L’utilizzo di Forge, in particolare permette di gestire efficacemente qualunque dato e i prodotti esistenti possono essere estesi con terze parti, oppure si possono creare soluzioni completamente nuove.
La piattaforma Forge offre la possibilità di suddividere le operazioni in silos collegandole al livello delle informazioni, senza più dover gestire link, revisioni, nè formati e senza necessità di condividere i file CAD sorgenti, semplicemente accedendo istantaneamente al dato corrente.
Questo cambiamento è dirompente perchè si muove esattamente in direzione opposta a quello che è stato inteso fino ad oggi anche per Autodesk come l’ecosistema software. In pratica, se oggi qualunque link esistente va a delineare un processo univoco che presuppone un formato, un modo di scambio (import o link diretto), uno sviluppo API specifico per da un dato software ad un altro – il tutto, sensibilmente al formato e alla versione del software – Forge annulla tutto questo e apre l’informazione al puro livello del dato.
Questa scelta è tanto coraggiosa quanto necessaria: in un mondo in cui tutte le “cose ” (IoT) saranno connesse, che senso avrebbe restare legati a un ecosistema di software specifici?
Molto meglio aprire completamente i dati, permettendo davvero a qualunque fornitore di componenti edilizi, di elementi di arredo intelligente o di sensori, di comunicare col modello federato. Se il futuro non ha limiti, perchè allora limitarlo con il concetto di formato, link o interfaccia?
Se volete vedere qualche applicazione di Forge, potete collegarvi a questo link.