E’ questo il pensiero che spesso mi passa per la mente durante l’incontro con un nuovo cliente. Si tratta di solito di aziende importanti, ben riconosciute sul mercato, che si stanno interrogando su come affrontare la trasformazione digitale.
Talvolta hanno appena assunto un giovane “BIM Manager”, talvolta hanno fatto un corso di Revit, talvolta hanno un'”esperienza BIM subappaltata”. Sempre e comunque l’idea della digitalizzazione è esclusivo appalto dell’Ufficio Tecnico.
Da anni ripetiamo che la trasformazione digitale è fatta di Strumenti, Processi e Persone. D’altra parte, se mi metto nei panni di chi la trasformazione ha la sensazione di “subirla” capisco che questo ritornello potrebbe significare poco o nulla.
Difficilmente la trasformazione si “spiega” facendo una presentazione tecnica sullo strumento. Lo strumento, di per sè, è l’ultimo dei problemi.
Il problema vero, che fa sì che le aziende dopo il primo entusiasmo abbandonino l’obiettivo della digitalizzazione è il mancato coinvolgimento delle persone.
Provate a chiedere in azienda in diversi reparti che cosa si intenda con “digitalizzazione” e scoprirete che non c’è normalmente neanche una convergenza di obiettivi.
Un paio di anni fa, in uno dei nostri meeting tecnici con colleghi di tutta Europa, ci siamo resi conto che questa situazione è molto comune e ci siamo interrogati su come aiutare i clienti a uscire dalla loro frustrazione applicando correttamente la trasformazione. Quel giorno ci siamo chiesti quale debba essere il nostro ruolo e ci siamo resi conto che il tempo delle demo del software era finito.
Era necessario aggiungere alla nostra esperienza tecnologica la capacità di capire la reale situazione delle persone, dei vari modi in cui i reparti interagiscono tra di loro e solo successivamente calarvi la soluzione giusta per quel cliente e per lui soltanto.
Abbiamo quindi studiato alcune nuove tecniche di brainstorming per modificare il livello di interazione riguardo i processi aziendali, abbiamo fatto formazione presso esperti del LUMA insitute e ci siamo rimessi in gioco, cercando modi diversi di dialogo con i clienti.
Di fatto queste metodologie, permettono di focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti chiave: i problemi che si intendono risolvere e che cosa si intende ottenere come risultato della trasformazione. Aspetti in apparenza banali, ma che vi stupireste di vedere quanta poca convergenza ci sia nelle aziende.
Solo dopo aver chiarito le necessità è allora possibile definire le strategie.
Questo workshop è solo una porzione di quanto normalmente accade durante una consulenza di Business Process Assesment, ma c’è una differenza sostanziale. Un BPA normalmente avviene DOPO aver acquistato una consulenza o una soluzione tecnlogica e serve quindi a definire come effettuare l’implementazione. Potersi avvalere per prima cosa di questo tipo di consulenza permette invece di focalizzare cosa eventualmente serve, cosa occorre cambiare prima ancora di pensare di acquistare qualcosa.
Ecco un feedback di un cliente che tempo fa ha sperimentato con noi il Discovery Workshop e ha scritto questo articolo, riempiendoci di soddisfazione.
Se siete interessati a saperne di più, a questo link potete trovare maggiori informazioni e richiedere la possibilità di testare il metodo nella vostra azienda.
Cosa vi chiediamo: 3 ore del vostro tempo, coinvolgendo più funzioni possibili di diversi reparti, dall’ufficio acquisti, all’ufficio tecnico, all’ufficio gare, alla produzione, commerciali ecc., sono necessarie dalle 6 alle 14 persone circa. Vi chiediamo inoltre di intervenire con mentalità molto aperta, in modo da far emergere le criticità e non nasconderle.
Cosa vi offriamo: un brainstorming per aiutarvi a capire quali sono i punti in cui potete intervenire per innescare un processo di evoluzione aziendale virtuosa ed un successivo incontro dove vi forniremo un report dettagliato sulle strategie che potrete mettere in atto indipendentemente dall’opportunità di acquisto.