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dal BIM in poi...

Generative Design in Revit / part 2 – ovvero Generative Design: di che si tratta

Ilaria Lagazio
14/04/2020

Ho pubblicato di recente il post relativo all’arrivo – finalmente – di Generative Design in Revit.

Il post ha ricevuto migliaia di “views” e ciò conferma l’aspettativa che c’era nei confronti di questa tematica.

Tuttavia alcuni quesiti che mi sono stati posti mi hanno fatto riflettere sul fatto che ci sono alcuni dubbi da chiarire e presa dall’entusiasmo avevo scritto in modo frettoloso.

Sono concetti già ribaditi in post precedenti ma è anche vero che un post dovrebbe essere chiaro di per se stesso! Provo a chiarirli qui, ringraziando tutti quelli che hanno aperto un dibattito costruttivo.

 

Dubbio n. 1. Il Generative Design NON è Modellazione Computazionale

La modellazione computazionale per AEC in casa Autodesk nasce con Dynamo (specifico in casa Autodesk perchè ci sono strumenti di altre softwarehouse concorrenti precedenti, ad esempio il famoso Grasshoper).

Dynamo permette tra le altre cose di gestire i parametri che provengono dalla modellazione Revit al fine di produrre un’idea piuttosto che un modello singolo.

La Modellazione Generativa arriva successivamente.  Prima con Fractal, uno strumento di “optioneering” in grado di produrre un ventaglio di opzioni a partire dall’algoritmo di Dynamo….

…e infine Refinery (oggi Generative for Revit), che aggiunge all’optioneering la possibilità di evolversi della soluzione fino alla sua ottimizzazione, ovvero andando a selezionare “la soluzione migliore possibile tra tutte le opzioni fornite per l’ottimizzazione di alcuni parametri selezionati”.

 

Neanche il Generative Design l’ha inventato Autodesk. Questo esempio di antenna, ad esempio è della NASA. Risale al 2003 e che io sappia potrebbe essere il primo esempio di oggetto ottimizzato in funzione di un algoritmo.

 

Quindi, a chi mi ha detto che non c’è niente di nuovo, confermo: sotto certi punti di vista non c’è niente di nuovo, qualcuno lo ha fatto prima prima di Autodesk. La cosa bella a mio avviso è che non si debba lavorare alla NASA per provarlo, e qualunque progettista usi un software di uso comune come Revit lo può avere sottomano.

 

Dubbio n. 2. L’ingegnere ha sempre sviluppato l’edificio o l’infrastruttura migliori possibili: non c’è bisogno del Generative Design per questo! 

Ho avuto anche un messaggio dall’estero…. ” qui da noi gli ingegneri hanno sempre fatto il meglio, da voi no?? “ Touché!

La frase “In futuro l’ingegnere non verrà più chiamato per realizzare QUELL’edificio, o QUELL’infrastruttura. L’ingegnere dovrà invece essere in grado di definire quale siano a partire dal quel contesto, l’edificio o l’infrastruttura migliore possibile” come ho scritto nel post l’ho sentita ad una conferenza sul generative e decontestualizzata si presta al fraintendimento.

Non ci sono dubbi che l’Ingegnere (o l’Architetto naturalmente..!) abbia sempre cercato la soluzione migliore possibile: ci mancherebbe altro! La soluzione migliore possibile è ciò che ci si aspetta da qualunque professionista – immagino in ogni parte del mondo.

Ma un conto è “fornire la soluzione migliore possibile che io professionista sono in grado di fornire e rappresentare, un conto è la soluzione migliore possibile “come valore  assoluto, avendo a disposizione una capacità di calcolo illimitata dopo aver fissato i parametri al contorno e le 6 variabii da ottimizzare”

Questo è il senso della frase e questo è il senso del Generative.

Cerco di spiegarmi meglio con una immagine:

A dire il vero questa è una delle immagini che mi piacciono di più e che utilizzo sempre per introdurre il concetto disruptive delle tecnologie nei seminari. Si tratta di un giunto realizzato da ARUP nel 2014. Qui dentro ci sono Generative, stampa 3D, disruption della filiera ecc, ma concentriamoci sul concetto “della soluzione migliore possibile”.

Non ho dubbi che il giunto di sinistra sia il “giunto migliore possibile” realizzato e calcolato dall’ingegnere, sicuramente un ottimo ingegnere,  ovvero “il giunto che conformemente ai dati e alle capacità umane meglio risponde alle esigenze strutturali”.

Si tratta del giunto migliore possibile nel contesto? probabilmente sì.

Il giunto di destra è invece “il giunto migliore possibile” nell’accezione della frase incriminata: il giunto che prevede materiale solo dove deve essere e lo toglie dove va tolto: é appunto Design Generativo.

Il Design Generativo, come diretta conseguenza del BIM e della gestione dei dati permette di focalizzare l’attenzione del progettista non sul modello rappresentativo (disegno in BIM 3D quello che ho in mente e che secondo me è migliore) ma sul modello comportamentale (inserisco in un modello informativo tutti i dati in modo da poter studiare la soluzione analiticamente migliore).

Questo inizia col BIM una ventina di anni fa, certo, ma raggiunge questi traguardi col Generative Design for Revit oggi; e di fatto strizza l’occhio a progetti come Dasher per l’IoT in modo da poter in futuro alimentare i parametri come feedback dalla sensoristica per ottimizzare ulteriormente i risultati prevedibili.

 

Dubbio n. 3. L’ingegnere – che è davvero intelligente – non usa Revit

Conosco benissimo i limiti di questa tecnologia e tengo d’occhio i rischi che comporta. Si potrebbe ragionare molto a fondo sul confine dell’interazione uomo-macchina.

Occorre monitorare quanto dei nostri bios sia intrinseco nel modo di progettare, tanto da farci rifiutare una soluzione davvero migliore. D’altra parte è evidente che la modellazione generativa potrebbe infrangere proprio quel muro di vetro e mostrarci soluzioni inaspettate a cui non avremmo mai pensato con i pur molteplici e raffinati strumenti di analisi che l’ingegnere utilizza da sempre.

Qui a mio avviso sta l’intelligenza del progettista, qui sta la meraviglia dell’interazione. Una contaminazione di risultati e forme dettati da quello che sta dentro di me e che “so” in quanto ingegnere (o architetto) e ispirati da quello che la macchina con la sua potenza di calcolo pressochè illimitata è in grado di suggerirmi.

 

Per concludere e rispondere anche alle obiezioni di tipo commerciale – non è il caso di Generative, ma talvolta sappiamo di parlare di soluzioni già assimilate per molti, tuttavia il mercato comanda.

A fronte di alcune persone veramente esperte e che non finirò mai di ringraziare abbastanza anche per le critiche costruttive, c’è un intero mercato che ancora fatica a passare dal CAD al BIM e sia da “divulgatore” tecnologico per passione, sia da tecnico commerciale per mestiere, non mi è consentito dimenticarmene.

 

 

 

 

 

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Ilaria Lagazio

Laureata in Ingegneria Civile e specializzata in Strutture, dopo una breve esperienza nel campo della progettazione si dedica all’industrializzazione dei sistemi edilizi come Building System Development Manager, gestendo il flusso delle informazioni dei componenti edilizi dal modello al cantiere. L’interesse per l’industrializzazione del cantiere e la gestione del dato progettuale la porta ad una esperienza negli Emirati Arabi e dal 2008 in Autodesk , dove oggi ricopre il ruolo di Senior Technical Sales Specialist

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