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dal BIM in poi...

BIM

Il BIM per il recupero del patrimonio esistente

Ilaria Lagazio
15/03/2016

Ciò che trovo entusiasmante come tecnico e appassionata di tecnologie è che finalmente (e purtroppo spesso bisogna attraversare crisi profonde prima che il miracolo accada) le questioni riguardanti la sostenibilità del mercato AEC – Architettura Ingegneria e Costruzioni –  non è più interesse esclusivo degli addetti ai lavori, ma coinvolge la collettività intera che si sente partecipe di queste responsabilità non più soltanto tecniche , ma sociali: l’impatto della crisi del mattone è così forte sulla nostra economia che nessuno può esserne disinteressato.

Per lo più, a mio avviso,  tutte le tematiche fanno capo ad una soltanto in particolare: la  “Riqualificazione dell’esistente”. La sostenibilità dello sviluppo e del nostro futuro saranno in gran parte impattati dalla nostra capacità di recuperare responsabilmente ciò che abbiamo, nel modo più intelligente e meno dispendioso.

Lo Stato non si è tirato indietro rispetto a questa necessità, concedendo moltissimo in termini di incentivi volti al recupero edilizio ed energetico. La responsabilità di come questa opportunità sia e sia stata utilizzata, come tecnici dell’edilizia è anche – e forse soprattutto – nostra.

Durante la professione siamo chiamati a riqualificare tutti i giorni – nostra quindi è la responsabilità di farlo in modo sostenibile.

La buona riqualificazione necessita di un accurato rilievo dell’esistente e oggi le tecnologie ci offrono sistemi evoluti di scansione ed elaborazione dei dati di altissimo livello. Se finora il Building Information Modeling veniva ingiustamente additato come una tecnologia adatta al mercato statunitense e poco congeniale agli usi e costumi mediterranei è grazie alle tecniche di Reality Capture (cattura dell’esistente) che il BIM trova piena applicazione in Italia, tanto da assistere ad una varietà di applicazioni invidiabili dai colleghi d’oltralpe.

Dal punto di vista progettuale, le tecnologie di Reality Capture permettono di “progettare nel contesto”, ovvero modellando il nostro progetto su ciò che già esiste.Le tecnologie di raccolta delle informazioni sono legate alle stazioni Laser e all’utilizzo dei Droni (o talvolta di una semplice fotocamera). La scelta della tipologia di raccolta dei dati dipende quindi dall’accuratezza che vogliamo raggiungere; una stazione laser ci permette un’accuratezza del dato inferiore al millimetro, mentre il rilievo da immagini è ovviamente di qualità inferiore. I costi sono correlati alla precisione quindi non c’è un metodo migliore o peggiore: come sempre lo strumento è correlato allo scopo e la sua scelta demandata al professionista.

Di seguito sono rip1ortati alcuni esempi descrivendone brevemente le modalità di esecuzione.Edificio rilevato con drone: le immagini scattate sono state caricate sul portale cloud Autodesk Recap 360, dove le immagini sono caricate con un semplice “drag and drop”.

 

 

 

 

 

Ricostruzione del modello in Autodesk Recap360: ecco come si presenta il risultato dell’elaborazione nel portale Recap 3602

Il modello è poi salvato localmente come nuvola di punti (.rcs) e importato in Autodesk Revit, dove è elaborata la riconversione architettonica.
Trattandosi di una struttura semplice ed integrata col territorio, la nuvola di punti viene conservata tale e quale,  “aggiungendovi” solo gli elementi progettuali  necessari.

 

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Nuvola di punti e progetto entrambi visibili in Autodesk Revit

 

 

 

 

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Studio solare in Autodesk Revit: nota la posizione precisa dell’edificio,  il progetto può essere analizzato dal punto di vista ambientale in modo preciso ed accurato.

 

 

 

 

Un secondo esempio, di cui si è già ampiamente parlato e che ho avuto il piacere e l’onore di presentare li scorso Dicembre all’Autodesk University di Las Vegas, ma che ritengo comunque vada citato perchè rappresenta a mio avviso uno dei più significativi in questo momento riguarda il rilievo per la ristrutturazione del Teatro Lirico di Milano, realizzato dallo Studio Tecnico del Comune di Milano in collaborazione con Autodesk e Leica.

La fase di scansione generato rapidamente 550 scansioni e 6.5mila miliardi di punti rilevati, con una tolleranza inferiore al millimetro: un risultato inimmaginabile mediante tecniche tradizionali.

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Interno del Teatro Lirico di Milano, Autodesk Recap: ecco come si presenta il modello con una semplice importazione delle nuvole di punti all’interno di Autodesk Recap.

All’interno di Autodesk Revit, l’edificio è stato interamente modellato sulla nuvola di punti, dando origine ad un prototipo prezioso per tutte le fasi successive, dall’esecuzione delle tavole, alla realizzazione degli abachi dei componenti, alle renderizzazioni fotorealistiche con Autodesk 3DStudio Max, fino alla gara d’appalto. Il tutto ovviamente con rigorosa metodologia BIM, in modo tale che il dato possa potrà essere riutilizzato e non re-inserito nelle varie fasi di lavoro, fino al suo utilizzo in fase di gestione di cantiere – con strumenti più avanzati come Autodesk Navisworks e Autodesk BIM 360 – e nelle successive fasi di manutenzione.

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Modello Revit del Teatro Lirico di Milano

 

 

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Progettare in BIM dalla A alla Z: il Teatro Lirico e sua renderizzazione finale in Autodesk 3DStudio Max – lavorando su un unico modello BIM la corrispondenza è completa e non è necessario reinserire i dati in nessuna fase di lavoro.

 

 

8Importazione del modello in Autodesk Navisworks per la gestione della cantierizzazione (clash detection, timeliner , quantity takeoff)

 

 

 

 

Un’altra declinazione interessante sul panorama nazionale è quella del rilievo volto al recupero antisismico, di cui abbiamo un interessante caso di studio condotto presso l’Università degli Studi di Palermo – DICAM (a cura di : Prof. Ing. Salvatore Benfratello – Prof. Ing. Luigi Palizzolo – Prof. Arch.  Fabrizio Agnello – Dott.ssa Giuliana Filippone – Dott.ssa Alessandra Guadagnino).

 

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Si tratta dell’utilizzo del sistema di cattura della realtà tramite scansione laser di un borgo rurale siciliano (Borgo D. Borzellino). Le nuvole di punti
sono state inserite in Autodesk Revit e sono state utilizzate per la ricostruzione del modello. Il modello BIM è stato corredato delle caratteristiche meccaniche dei materiali, ottenute tramite saggi, per identificare il comportamento dei componenti del batabase (oggetti BIM) .

In questo caso, oltre alla ricostruzione fedele del modello è stato possibile inviare le informazioni analitiche delle strutture al software FEM Autodesk Robot Structural Analysis per calcolare lo stato tensionale delle murature senza dover rimodellare le strutture, ma in modo line
are e fluido a partire dal modello rilevato

Altri esempi interessanti di applicazioni di Reality Capture provengono dal campo del recupero industriale. Nel nostro Paese esiste infatti una grande quantità di aree industriali dismesse che meritano di essere recuperate. L’utilizzo di Autodesk Recap ben si presta ad attività di recupero o manutenzione industriale, permettendo, grazie alla regolarità di queste strutture di recuperare molto velocemente un modello e di effettuare, ad esempio, una analisi energetica concettuale sulla sola massa realizzata con un calcolo sul portale remoto Autodesk Green Building, sulla base di posizione, orientamento, esposizione, destinazione d’uso, tipologia di impianti e stratigrafia della massa concettuale.

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Localizzazione del sito industriale e analisi energetiche preliminari su Autodesk Revit

Oppure, in situazioni industriali più complesse, sarà molto semplice utilizzare Autodesk Recap per visualizzare lo stato di fatto e valutare la fattibilità oppure importare la nuvola di punti in Autodesk Revit e disegnare modifiche semplicemente disegnando le varianti “nel contesto”.
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Importazione della nuvola di punti diretttamente in Revit, disegno di variante sovrapposta alla nuvola.

Un’altra esperienza, riguarda un progetto che ben caratterizza le applicazioni Reality Capture e BIM per la riqualificazione del nostro patrimonio artistico. Si tratta di un progetto realizzato da Autodesk e Nuvolaverde (http://www.nuvolaverde.org) con l’obiettivo di educare le nuove generazioni alle tecnologie digitali. Un team di giovani studenti , ha realizzato un rilievo con droni, foto e scansioni laser del museo di Villa Reale (Monza) e utilizzando Autodesk Recap (per restituire le rappresentazioni degli interni della villa catturati con scansione laser) e Autodesk Recap360 (per la restituzione dei manufatti e suppellettili interni) ha collezionato una serie di dati che verranno utilizzati nell’ambito del progetto “Accademia+” che farà di Villa Reale il primo museo a realtà aumentata d’Italia.

Di seguito alcune affascinanti ricostruzioni del museo:

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Visualizzazione della nuvola di punti in Autodesk Recap 360. La possibilità di trasferire le nuvole di punti dalla soluzione desktop alla coluzione cloud di Recap permette la condivisione delle ricostruzioni laser via web

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Visualizzazione dei manufatti in Autodesk Recap 360, ricostruiti dal sistema cloud computing

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Ilaria Lagazio

Laureata in Ingegneria Civile e specializzata in Strutture, dopo una breve esperienza nel campo della progettazione si dedica all’industrializzazione dei sistemi edilizi come Building System Development Manager, gestendo il flusso delle informazioni dei componenti edilizi dal modello al cantiere. L’interesse per l’industrializzazione del cantiere e la gestione del dato progettuale la porta ad una esperienza negli Emirati Arabi e dal 2008 in Autodesk , dove oggi ricopre il ruolo di Senior Technical Sales Specialist

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